Lorenzo Breschi, presidente dell’Accademia di odontoiatria conservativa: nuovi materiali per riparare carie

Bologna, 21 luglio 2019 – Tramontano le otturazioni dentali in amalgama d’argento, considerate ormai inferiori ai materiali estetici oggi disponibili, si presume per una componente di rischio tossicità per presenza di mercurio. Dallo scorso anno un regolamento europeo vieta l’utilizzo di queste otturazioni nei bambini, nelle gestanti e nelle puerpere che allattano. Da gennaio gli studi dentistici separano i residui contenenti mercurio, nel caso in cui si rimuovano otturazioni in amalgama d’argento. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Breschi, presidente dell’Accademia italiana di odontoiatria conservativa e restaurativa (Aic) che sottolinea come la maggioranza degli italiani sia all’oscuro della nuova normativa e continui a fidarsi dell’argento, ormai superato. Professor Breschi, ogni anno 22 milioni di otturazioni in Italia.

Professor Breschi, perché prendere precauzioni nei confronti dell’amalgama d’argento? 
«Vede, l’utilizzo di amalgama d’argento andrebbe evitato in quanto oggi i nuovi materiali adesivi estetici, per prestazioni e longevità, sono pari ai materiali metallici».

Che cosa contengono, in chiave migliorativa, le moderne otturazioni? 
«I materiali di ultima generazione sono a base di resine organiche, cristalli di silicio, quarzo, si integrano perfettamente con il colore del dente: sono migliori per mimetismo, risparmi di tessuto sano (smalto e dentina), permettono un reintervento nel tempo senza rischi per la salute, ma li giudica tali solo un italiano su quattro».

Perché tanta titubanza a passare ai nuovi materiali? 
«Purtroppo la conoscenza che gli italiani hanno delle cure dentali è rimasta ferma a quando sembrava normale usare oro per le protesi, e amalgama d’argento per le otturazioni. Di strumenti digitali non c’era l’ombra».

Come siete arrivati a queste conclusioni? 
«Le abbiamo ricavate da un’indagine Datanalysis presentata al nostro ultimo congresso nazionale, a Bologna».

E cosa si è visto? 
«Dal sondaggio è emerso che solo il 26% degli italiani conosce i materiali estetici bianchi, quelli che meglio si integrano con l’estetica del dente e rispettosi del dente sano residuo quando si fanno le otturazioni, mentre due su tre si affiderebbero all’oro o all’amalgama d’argento. E per il 55% gli strumenti digitali utilizzabili per la ricostruzione dei denti sono fantascienza: il 91% ritiene che un’usura dentale che comprometta la salute della bocca sia un problema serio, il 46% degli italiani è disposto a pagare per un’otturazione ben fatta anche 180 euro».

Che cosa comporta una bocca disordinata, a parte l’alito cattivo e il sorriso spento? 
«Abbiamo visto che soltanto il 2% degli italiani ignora le conseguenze della carie dentale, la maggioranza è consapevole che può dare dolore, infezione o portare alla rottura e alla perdita del dente stesso».

Quando può durare una riparazione in odontoiatria? 
«Un terzo degli italiani ritiene che una otturazione dovrebbe essere eterna, e un altro 26% pensa che debba resistere oltre vent’anni. In realtà una durata di 10-20 anni è da considerarsi del tutto ragionevole».

Si è incrinato il rapporto di fiducia col dentista e l’igienista dentale? 
«Tutt’altro, l’indagine conferma che gli italiani ci tengono molto ad avere un bel sorriso, e si affidano al dentista con fiducia, sono disposti a spendere: il 61% ritiene che l’abilità del medico dentista e dell’odontoiatria sia decisiva per il risultato di una buona otturazione e il 46% è disposto a spendere oltre 180 euro per un’otturazione ben fatta».

C’è chi pensa che sia sufficiente fare prevenzione con spazzolino, dentifricio al fluoro, filo interdentale. E c’è chi rinvia le cure per evitare di spendere. Che dire? 
«Dall’indagine vediamo che solo un cliente su dieci pensa che un’otturazione debba costare sotto i 70 euro. Questo dimostra che gli italiani, quasi tutti, capiscono il valore della professionalità di un bravo odontoiatra. C’è anche una discreta consapevolezza del costo di una riabilitazione orale per ricostruire in modo corretto una dentatura dopo una usura importante».

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